L’Intento

Mi sono reso conto che ci preoccupiamo molto di spiegare i motivi per i quali una persona dovrebbe iscriversi al Corso di Campane Tibetane o al percorso di formazione olistica organizzato dal proprio centro, associazione, scuola, accademia piuttosto che da un altro.

Ormai proponiamo i migliori metodi, utilizziamo le tecniche migliori, offriamo il percorso migliore e forniamo chiaramente il top della qualità a livello professionale: le garanzie migliori.

Per convincere le persone ad iscriversi ad esempio proprio ad un Corso di Campane Tibetane, il metodo che viene utilizzato più frequentemente è quello di pubblicare un elenco interminabile degli effetti benefici che questi strumenti avrebbero su tutti noi (in modo alquanto generico).

Si va dall’eliminazione delle tossine alla sincronizzazione degli emisferi cerebrali, dall’aumento della capacità di apprendimento alla guarigione di traumi passati, dalla stimolazione del sistema immunitario fino alla risoluzione di problemi di natura psicosomatica.

Ma questi sono solo alcuni dei benefici perché ne possiamo trovare infiniti altri, ad esempio, ne beneficerebbero le donne in gravidanza e quelle soggette a dolori mestruali, si verrebbe anche aiutati a ritrovare l’armonia psico-fisico-energetica.

Un suggestivo elenco di “proprietà” che non dice assolutamente nulla ma che genera indubbiamente molto interesse, molte aspettative.

Quindi, il massaggio sonoro, il massaggio sonoro bio-armonico, il massaggio sonoro vibrazionale, il bagno armonico coi gong e/o con le Campane Tibetane ecc… sarebbero davvero la soluzione a qualunque nostro problema?

Se così fosse li avremmo già risolti tutti ma evidentemente così non è, lo strumento vero e proprio rimane sempre e solo l’uomo.

Nella cosiddetta medicina olistica, passiamo purtroppo da promesse illusorie all’aridità di proposte meramente commerciali, è come entrare in un grande supermercato.

Se non l’avete già fatto, vi invito a leggere gli altri articoli che ho pubblicato sulla pagina “appunti” in modo da non essere troppo ripetitivo.

Forse abbiamo perso qualcosa per la strada, sicuramente l’umiltà, il desiderio autentico di condividere la ricchezza della vita e la meraviglia del proprio essere, la consapevolezza della propria “sacralità” e il dovere del rispetto.

La professionalità “olistica” viene alla luce dall’atteggiamento che ogni essere umano ha nei suoi stessi confronti, nei confronti degli altri esseri viventi e dell’ambiente circostante e si manifesta mediante uno stato di coscienza puro.

Nel praticare con una Campana Tibetana, la prima cosa necessaria, indispensabile, è la capacità di percepire e seguire il continuo movimento a livello energetico del ricevente, i continui mutamenti, le variazioni, altrimenti, si agisce come un automa.

Non basta essere più o meno bravi a mandarne in vibrazione una, due, tre… eseguire magistralmente una tecnica.

L’operatore e il ricevente devono diventare una cosa sola, solo così si può “cercare” di aiutarlo, non è il rintocco in più o in meno che può fare la differenza, piuttosto, il modo, l’arte di eseguirlo, quando eseguirlo.

Sono la fluidità dei suoi movimenti, la sua consapevolezza di essere suono come tutto ciò che esiste, il saper fluttuare nelle onde, la sua capacità di trasformare una dissonanza in armonia, il risuonare egli stesso con l’altro e raggiungerlo nel profondo con l’energia più potente che esiste, quella dell’amore.

E la Campana, guidata dal nostro cuore, come ho già detto infinite volte, sarà quel che realmente è, un mezzo straordinario a nostra disposizione per amplificare il nostro intento.

Per cui, sia che si parli di un evento, sia che si parli di un trattamento, cerchiamo di trasmettere un messaggio che rispecchi ciò che abbiamo dentro, il nostro vero intento, sempre senza creare aspettative, senza condizionamenti.

E, messo da parte il nostro ego, lasciamo che siano gli altri a dirci poi se saremo riusciti o meno ad aiutarli, senza averli suggestionati, illusi.

Se proprio dobbiamo scrivere qualcosa, raccontiamo quel poco che conosciamo di vero delle tradizioni, ad esempio, che qualche millennio fa, in Tibet e in Nepal, le Campane venivano utilizzate dai guaritori, dagli sciamani che, guidati dal loro spirito, agivano col loro intento puro.

E’ solo il cuore, la vibrazione della nostra anima, quella che dovrebbe emergere da ciò che scriviamo e ciò che scriviamo dovrebbe essere lo specchio della nostra anima.

Credo sia il momento di smettere di correre, il momento di fermarci e riflettere su qual è il nostro vero obiettivo e comprendere che nel nostro campo non dovrebbe esistere concorrenza ma solo collaborazione e rispetto.

E qui voglio sottolineare l’unicità della straordinaria collaborazione e amicizia col Maestro Thonla Sonam col quale, da anni, con intento comune, condivido l’amore e la passione nel tramandare l’autentica tradizione tibetana.

L'intento

Questo sito non è altro che lo specchio dove si riflette ciò che vibra in profondità dentro di noi, la nostra passione, la nostra gioia di condividere, il nostro amore.

Tashi Delek, Dario