Durante i nostri eventi si tramandano metodologie legate alle tradizioni originali, si parla esclusivamente di “trattamenti”, non vengono contemplati massaggi di nessun genere.
Cosa intendo per trattamento?
Praticare un trattamento significa accogliere, ascoltare, accettare, accudire, amare.
Vuol dire che tutto inizia nel momento stesso che la persona, chiedendoci di occuparci di lei, si “affida” a noi.
E noi abbiamo il dovere di accoglierla con delicatezza, estrema sensibilità.
Vi ricordo che siamo fonti straordinarie di energia, nel momento stesso che interagiamo con un’altra persona, entriamo nella sua sfera personale più intima, si crea un incredibile interscambio a livello energetico.
Come noi percepiamo gli altri, loro percepiscono noi.
Dobbiamo “accogliere” l’altro mettendolo perfettamente a proprio agio e “ascoltare” con la massima attenzione tutti i messaggi che direttamente o indirettamente ci invia, ci trasmette.
Dobbiamo “accettare” tutto ciò che riceviamo, anche le eventuali resistenze, inconsciamente siamo tutti portati a difenderci ed è naturale che, pur avendo chiesto noi stessi un aiuto, erigiamo dei muri.
Sta a noi comprendere, come ho detto prima, accettare!
Dobbiamo quindi “accudire” la persona che ci ha chiesto aiuto perché è una sua necessità, si è affidata a noi e il nostro compito è quello di farla stare bene.
Dobbiamo lavorare con “amore” e questa è la parte fondamentale.
Abbiamo certamente tutti seguito molti corsi, imparato molte tecniche, ci siamo “diplomati” in chissà quante specialità nel campo olistico…
Ricordiamoci bene che tutto ciò che abbiamo imparato nel nostro percorso, dovrà esserci servito esclusivamente per aver raggiunto la “consapevolezza” di ciò che realmente siamo: il vero strumento a disposizione di noi stessi e degli altri.
Non potranno mai esistere due trattamenti identici perché non esistono due persone identiche al mondo.
Praticare un trattamento significa svuotare la mente, liberarsi da ogni pensiero, divenire noi stessi l’onda che avvolge, attraversa, risuona nel cuore e nella mente di chi riceve.
Siamo noi l’armonia, siamo noi che possiamo crearla, non gli strumenti cosiddetti “armonici”.
Significa danzare nel suono con fluidità nei movimenti affinché giunga, a chi si affida a noi, il nostro “messaggio”, il nostro “intento”, il nostro “amore”.
Non è quantificabile la durata di un trattamento, inizia quando accogliamo la persona e termina quando la congediamo.
E solo chi riceve può “sentire” di aver ancora bisogno di noi, non sarebbe pertanto corretto “consigliare” un ciclo di trattamenti.
Il trattamento non è il tempo trascorso mentre utilizziamo le Campane Tibetane o i Diapason o altro, è tutto il tempo che le abbiamo dedicato secondo le sue necessità.
Il tempo non ha valore, è il dono della vita che ha un valore immenso.
Dedicarsi agli altri è semplicemente mettere in pratica ciò che risiede nel profondo di noi stessi.